Il Debito Pubblico Giapponese è 8 volte superiore a quello italiano ma il Paese asiatico non ha alcun problema, niente spread, anzi addirittura negativo, economia solida, niente crisi, perché? Cosa c’è di diverso dall’Italia, ad esempio, che con un debito ad un ottavo di quello Giapponese è in forte difficoltà?

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La situazione italiana e greca

Italia e Grecia sono in difficoltà in ambito internazionale per via del Debito Pubblico elevato; Bruxelles preme costantemente affinché il Debito venga ridotto, questa è la preoccupazione di tutti i governi da decenni a questa parte ma il Debito continua a salire.

In Italia il rapporto tra Debito e Pil e del 132%, per la Grecia, altro Paese che sta uscendo faticosamente da una crisi devastante, il rapporto è pari al 179%. Cosa significa? Uno Stato incamera tasse e spende per il suo funzionamento, per i servizi, trasporti, Sanità eccetera. Quando le spese superano gli introiti, come succede anche comunemente alle famiglie, per far funzionare tutto non c’è altra via che fare debito.

Il debito può essere costituito da prestiti interni, cittadini e Imprese che prestano denaro allo Stato acquistando i suoi Titoli, oppure da investitori esterni, internazionali. L’Italia ha un debito in mano a investitori stranieri pari al 35%, la Grecia è al 37%.

Questo significa pagare molti interessi all’estero e poiché il parametro di riferimento è il tasso tedesco, a fronte di una debolezza economica, gli investitori esteri per prestare denaro al Paese più debole, considerando il maggiore rischio, pretendono tassi particolarmente elevati che vanno a pesare ulteriormente sul Debito.

Cosa succede in Giappone?

In Giappone il rapporto tra Debito e Pil è al 253%, un livello che da noi significherebbe il disastro, il Default dello Stato, eppure il Giappone è tranquillissimo, senza problemi nonostante questo. Il Giappone è la Nazione più indebitata del mondo ma va tutto bene lo stesso perché il 90% del Debito è detenuto da residenti, solo meno dell’11% è in mani straniere.

Le Agenzie di Rating, quelle severe istituzioni che valutano l’affidabilità dei Paesi e che spesso negli ultimi anni hanno penalizzato l’Italia con giudizi negativi, dal 2001 hanno assegnato al Giappone la tripla A che mantiene tuttora.

I tassi di interesse sui propri Titoli è pari allo 0,035%, meno del Bund Tedesco, portando in negativo lo Spread. Essendo il 90% circa del debito giapponese in mano ai residenti, il Giappone è praticamente esente da tensioni speculative registrate nel nostro Paese.

Dal momento che gli investitori stranieri sono i primi a disinvestire in situazioni di instabilità e di rischio, è chiaro che riducendo la quota nelle loro mani, si stabilizza l’economia e la credibilità internazionale.

In quali mani è il Debito giapponese

Il 90% del Debito giapponese è in mani di residenti, cittadini, imprese, banca centrale. Quest’ultima detiene il 43% del Debito, il 19% è posseduto da Banche ed il 20% è in mano ad assicurazioni e fondi pensione.

Carlo Cottarelli nel suo libro “Il macigno. Perché il Debito Pubblico ci schiaccia e come si fa a liberarsene”, spiega chiaramente che se il Debito Pubblico è in mano alla Banca Centrale di un Paese, è come se quel debito non esistesse.

Tutto resta nel Paese stesso e gli interessi pagati dal governo alla Banca Centrale vengono restituiti al Governo stesso. Ecco, allora, che il Debito è trasparente rispetto all’estero e il costo è azzerato. Questo è possibile in Giappone per l’elevato risparmio di Famiglie ed Imprese giapponesi che investono i loro risparmi nei Titoli del proprio Stato che in questo modo ha la possibilità di spendere per i servizi e di fare forti Investimenti produttivi per far crescere l’Economia.

Grazie al forte sostegno di investitori interni il Giappone si può permettere di non ricorrere ad investitori stranieri, mantenendo così un alto grado di solidità e di credibilità facendo crescere il proprio Paese nonostante un Debito Pubblico mostruoso.

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