Il Premier Renzi ha sollevato un vero vespaio con le sue dichiarazioni, provocando reazioni pressoché univoche da diverse parti politiche, nonché dall’interno del suo stesso partito. Tutti ricorderanno la dichiarazione fatta relativa all’esito del referendum confermativo sulle modifiche della Costituzione. Allora sembrava un diktat sulla sua stessa persona, “Se vince il No, me ne vado a casa”.

Alla vigilia delle recenti elezioni amministrative, ha già corretto il tiro, sostenendo che l’esito del referendum non è un voto pro o contro Renzi, depersonalizzando così la stessa personalizzazione da lui stresso impostata. Le dichiarazioni che hanno fatto infuriare un po’ tutti sono quelle di ieri, quando ha detto a chiare lettere che qualunque sia l’esito del referendum che dovrebbe tenersi a novembre, si andrà ad elezioni nel 2018.

All’attacco il M5S che con le parole di Laura Castelli da del Pinocchio a Renzi, dicendo che non si è mai visto un premier che smentisce se stesso per tenersi saldamente ancorato alla poltrona. Sulle stesse corde l’intervento del forzista Brunetta, di Beppe Grillo, di Calderoli per la Lega e anche di Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, tutti che sostengono che in caso di vittoria del No, Renzi deve andare a casa. Anche dall’interno del PD si alzano parole dure sul suo stesso segretario.

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